giovedì 3 marzo 2011

Mobilitazione senza precedenti a favore delle rinnovabili

Pare proprio che non tutti i mali vengano per nuocere. Le antiche "massime" hanno sempre avuto un fondo di verità, questo lo sappiamo bene. In questo caso il riferimento va al Decreto Romani di cui tanto si è parlato e tanto ancora se ne parlerà. 

Da quando lo sviluppo delle rinnovabili è stato minacciato dal Decreto blocca incentivi un intero popolo si è mobilitato per far sentire la propria voce.  Si tratta di 14.000 le e-mail inviate ai diversi Ministeri del Governo, e di un incalcolabile numero di tweet e di discussioni nei forum o nei social network. 


Riporto uno stralcio tratto da Repubblica Ambiente.
Il segretario di Asso Energie Future Gaetano Buglisi, uno dei promotori della campagna,. "È un numero enorme di persone che si sono attivate per chiedere al governo di ripensare alla posizione di chiusura assunta, una posizione - continua Buglisi - che non è in linea con i pareri espressi dalle Commissioni competenti di Camera e Senato, che avevano indicato molte prescrizioni e parecchie correzioni al testo del decreto legislativo, contributi migliorativi assolutamente ignorati dalla bozza presentata al governo in Consiglio dei ministri". 

 e ancora le parole di Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club ed ex consulente del Mse al tempo della gestione Bersani.

"A preoccupare il governo sono stati i numeri sorprendenti della produzione verde. Anche se il valore definitivo della potenza degli impianti a fonti rinnovabili installati nel 2010 si saprà solo fra qualche mese, si può stimare una produzione potenziale di oltre 10 TWh all'anno. Cioè la potenza verde installata lo scorso anno è in grado di generare una quantità di elettricità analoga a quella che sarebbe ipoteticamente producibile nel 2022 dal primo dei reattori nucleari EPR che si vorrebbero installare in Italia. Si tratta del 3% della domanda elettrica del paese, un risultato eccezionale".

Dunque un impulso importante da parte non solo dei cosiddetti addetti ai lavori, ma soprattutto da parte dei cittadini che hanno saputo dimostrare attenzione verso un argomento così delicato.

1 commento:

  1. Sono un assiduo spettatore della trasmissione, ma ritengo che la trasmissione di ieri sugli incentivi sia l’effetto di una notevole disinformazione: io sono assolutamente contrario ai sussidi al fotovoltaico ed al rinnovabile in genere; se è concorrenziale, come alcuni dicono, che si autofinanzi da solo (al limite con l’abbattimento delle tasse o con agevolazioni creditizie). I 0.44 €/KWh d’incentivo, più il costo del KWh che attualmente al netto da oneri fiscali e balzelli è di 0.09€/KWh (non il costo di produzione che è molto minore), significa pagare (il contribuente) il KWh FV circa 6 volte il prezzo di mercato, il che è assurdo e scandaloso. È evidente che quelle case non paghino la corrente, gliela stiamo pagando noi a prezzo sestuplicato. Per quel che riguarda i 16.000 (non 120.000) posti di lavoro, li stiamo pagando a caro prezzo, visto che oltre il 60% del costo degli impianti FV serve per pagare la componentistica, che viene costruita essenzialmente in Cina (secondariamente in India, Germania, USA). Quindi al contribuente costerebbe molto meno pagare i 16.000 addetti (magari impiegandoli come operatori scolastici, sociali ecc.).

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