giovedì 30 settembre 2010

Il Futuro dell'Energia - il video

Ringrazio la redazione di Uniroma TV per il gradito contributo video.

Lunedì 27 Settembre come già anticipato, si è svolto il seminario "Il futuro dell'energia". presso Palazzo Serlupi  Crescenzi, già sede di Fare Futuro, durante il quale si è cercato di trattare gli ormai sempre più attuali temi dell'energia sostenibile.


Uno spiacevole imprevisto ha reso impossibile al Dott. Diego Cusumano, prontamente sostituito da Leo Bombace,  di prendere la parola, così come da programma, per illustrare agli intervenuti come nella realizzazione dei suoi impianti fotovoltaici in Sicilia, si è scelto di perseguire una politica che favorisse la filiera locale e la condivisione del lavoro.

Condivisione appunto.

Parola scelta non a caso, tanto cara e utilizzata nel dizionario del Prof. J. Rifkin, anch'egli intervenuto al seminario.

Terza Rivoluzione Industriale, Energia, Empatia e Biosfera, Occupazione e Nucleare, solo alcuni tra i temi toccati dai relatori Livio De Santoli, P. Marchl, Mario Agostinelli, Gianni Tamino e la splendida conclusione di Angelo Consoli Pres. del CETRI.

Buona visione.

Fonte: UniromaTv


giovedì 23 settembre 2010

Roma 27 Settembre: Il futuro dell'energia interdipendenza energetica e indipendenza economica

Seminario sui nuovi modelli energetici ad alta intensità di lavoro dela Terza rivoluzione industriale.


Programma Seminario Fare Futuro Aggiornato Al 24 Settembre


In occasione dell'evento che avrà luogo a Roma nella giornata di Lunedì 27 Settembre 2010, CETRI-TIRES attraverso SolartecMed Network suo socio sostenitore, sono lieti di presentare il programma del seminario "INTERDIPENDENZA ENERGETICA E INDIPENDENZA ECONOMICA - Seminario sui nuovi modelli energetici ad alta intensità di lavoro della
Terza rivoluzione industriale" 
a cui interverranno tra gli altri, esponenenti dello stesso CETRI come Daniela Melandri, Alessandra Pratesi e Angelo Consoli. Tra i relatori del seminario troveranno spazio il nostro tecnico Peter Marchl che illustrerà come i presupposti di una economia basata sul rinnovabile può creare nuovi posti di lavoro. Ruggero Avellone già presidente della cooperativa sociale Segnali di Integrazione insieme a Diego Cusumano dell'omonima cantina vinicola siciliana, parleranno di come impresa e la società civile possono valorizzare il capitale umano e la filiera locale attraverso il fotovoltaico. 

Il seminario avrà luogo nella sala conferenze della Fondazione Farefuturo palazzo Serlupi Crescenzi, via del Seminario 113, 00186 - ROMA


Alle 15:00 presso Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio avrà luogo “Un secondo Rinascimento: il mondo verso la civiltà dell’empatia” nuovo incontro con Jeremy Rifkin che verrà trasmesso in simultanea in video conferenza durante il seminario.

mercoledì 22 settembre 2010

Un posto al sole per gli speculatori

Grazie alle ricche sovvenzioni pubbliche, il mercato ceco del fotovoltaico è in pieno sviluppo. Gli investitori arrivano da tutto il mondo, ma l'ecologia non è certo il loro interesse principale.
Jan Sůra - Jiří Smetana

Un investimento sicuro, con un rendimento del 15 per cento. Impossibile? Niente affatto. È grazie a queste condizioni che il mercato ceco del fotovoltaico ha saputo attirare investitori da ogni parte del mondo. "Israele, Germania e Stati Uniti dominano il mercato", afferma Jaromír Řehák, presidente dell'Associazione ceca dell'industria fotovoltaica. Sul mercato ceco sono arrivati anche degli imprenditori francesi, sostenuti direttamente dal loro governo.

Di fronte al moltiplicarsi degli investimenti speculativi, il governo ha deciso di ridurre il prezzo a cui le compagnie elettriche sono obbligate a comprare l'energia ai privati e ai produttori – più che doppio rispetto a quello dell'elettricità fatturata a clienti. Ma l'emendamento tarda a essere approvato, e il mercato dell'energia solare ceca rimane uno dei più vantaggiosi in Europa. E questo anche nonostante i pannelli fotovoltaici cechi siano meno produttivi di quelli spagnoli o del sud della Francia, a causa della minore esposizione al sole. E dato che Francia, Germania e Spagna vogliono ridurre il prezzo di acquisto dell'elettricità solare, il mercato ceco dovrebbe rimanere competitivo.

A scopo di lucro

La costruzione delle centrali fotovoltaiche è affidata soprattutto a imprese ceche. I loro dirigenti non sono ecologisti, ma industriali: "Non siamo guidati da interessi ecologici. Siamo prima di tutto degli imprenditori e quello che ci interessa sono le cifre", ammette Ondřej Valníček della società Solar Global. In ogni caso, la sensibilità ecologista dei governi è comunque importante per gli affari, perché rappresenta una garanzia che gli stati continueranno a sostenere le energie rinnovabili. Il settore del fotovoltaico è diventato anche un immenso serbatoio di posti di lavoro nella Repubblica ceca. Il paese infatti è uno dei più importanti fornitori di tecnologia solare al mondo.

Quasi duemila persone lavorano nelle società specializzate nell'assemblaggio dei pannelli fotovoltaici. Il settore della ricerca e dello sviluppo dà lavoro a un centinaio di persone, più altre 400 nell'indotto. In totale si ritiene che nel paese l'energia solare dia da vivere a più di 4mila persone. Secondo Martin Sommer, direttore del leader del fotovoltaico ceco Schott Solar, "il mercato spagnolo, il secondo in Europa in termini di importanza, è crollato. La crisi finanziaria ha frenato gli investimenti nei grandi progetti". Ma nonostante ciò Sommer è convinto che il boom dell'energia solare sia appena cominciato: "gli stati europei si sono tutti dati degli obiettivi molto ambiziosi per quanto riguarda l'aumento della quote di energie rinnovabili rispetto alle altre fonti energetiche".

Ladri di pannelli

"L'evoluzione attuale dell'energia fotovoltaica è assurda", dice Jiří Květoň, il presidente dell'Associazione ceca per l'energia fotovoltaica, che pensa alle enormi centrali da centinaia di milioni di corone all'anno, che non hanno nulla a che vedere con lo scopo originario di preservare l'ambiente. Per non parlare del fatto che buona parte di queste centrali sono costruite in ex terreni agricoli che i piccoli comuni si affrettano a riconvertire in "zone industriali", per rivenderle agli investitori che vogliono installarvi pannelli solari. Anche i ladri cominciano a interessarsi ai pannelli, che staccano dai tetti delle case e a volte anche dalle centrali fotovoltaiche.

"In passato abbiamo avuto a che fare con casi curiosi", spiega Zdeněk, responsabile di un'impresa di sicurezza che da qualche tempo si occupa della protezione delle centrali fotovoltaiche: "I ladri si introducevano nella centrale, prendevano solo i supporti in alluminio dei pannelli solari e lasciavano i pannelli, non sapendo che anche questi avevano del valore. Solo all'inizio dell'anno scorso abbiamo cominciato a registrare furti di pannelli solari". 

sabato 18 settembre 2010

giovedì 16 settembre 2010

Progetto Terra Madre: Diritto al viaggio, all'incontro e alla formazione

Invito a cena com Carlo Petrini. Il guru dello Slow food e di Terra Madre, inventore e fautore della filiera corta in agricoltura e anche nell'energia, profeta di una nuova socialità economica basata sulle comunità del cibo e sull'energia di Terza Rivoluzione Industriale, ha bisogno del tuo aiuto per garantire il diritto al viaggio dei seimila contadini del mondo invitati a prender parte alla terza edizione di Terra Madre dal 20 al 24 ottobre a Torino. Per questo Carlo Petrini ha organizzato tre occasioni di incontro (vedi allegato), con te e con chi é disponibile a dimostrare empatia verso questi nostri fratelli della terra che ci nutrono con il sudore del loro lavoro. Se sei disponibile a contribuire, vieni con noi a incontrare Carlo a Roma, Milano o Torino, in un ambiente "slow food" per una serata di amicizia, buona cucina e solidarietà.

Qui in basso è possibile visionare con il documento dell'evento direttamente on-line. Vi invito a cliccare su Fullscreen per una migliore visione
Terra Madre Diritto al viaggio

Per scaricare la presentazione dell'evento Terra Madre diritto al viaggio, nelle città di Milano, Torino e Roma, è sufficiente cliccare sulle immagini qui in basso.

Infine per partecipare all'evento Terra Madre scarica il modulo di adesione che trovi qui in basso.

Fonte: Cetri-Tires.org

martedì 7 settembre 2010

Zero Emission Roma 2010. SolartecMed presente!




La Zero Emission 2010 è l'evento dedicato alle energie rinnovabili che avrà luogo a Roma a partire da oggi (7 Settembre) fino al 10 Settembre.
Fin dalla edizione 2009 la fiera ha fatto registrare segnali più che positivi, indice che il settore del rinnovabile è davvero in salute, e le previsioni per il 2010 hanno fatto segnare un incremento positivo di oltre il 30%.
SolartecMed Network sarà presente  alla manifestazione nelle per del suo responsabile commerciale Leonida Bombace e del suo responsabile tecnico Peter Marchl. Invitiamo voi tutti a venirci a trovare, Padiglione 5 Stand F6 insieme alla PVEnterprise a partire da domani 8 Settembre

Cronaca di un incendio radioattivo in Russia

Succede in Russia dove all'interno del cantiere navale n°10 di Aleksandrovsk nella penisola di Kola è esploso un incendio che ha coinvolto il terminal di arrivo dei fusti radioattivi destinati allo smaltimento.
Il livello di radiazione nell'area ha raggiunto i 40 micro Roentgen/ora, tre volte oltre il normale livello di fondo nella zona. Il livello di radiazioni ad Aleksandrovsk, il centro abitato più vicino all'area di smaltimento delle scorie nucleari, sarebbe rimasto immutato. Ma questo non tranquillizza certo Nils Bøhmer, un fisico nucleare della Bellona Foundation di Oslo, che si occupa da più di 20 anni delle problematiche della sicurezza nucleare nel nord-ovest della Russia: «Ci sono pericoli quando si verificano simili incendi e fughe radioattive».
L'area del cantiere navale 10 di Aleksandrovsk è tristemente famosa per i suoi livelli negativi record di sicurezza. Nel maggio scorso una nave per il  trasporto di combustibile nucleare in via di demolizione è affondata direttamente in porto e l'informazione è arrivata all'opinione pubblica solo dopo una settimana, quando un blogger di Murmansk ha postato una foto della nave affondata.
I russi hanno dovuto probabilmente alla fine rendere noto che effettivamente l'incendio con una fuga radioattiva c'è stato perché proprio in questi giorni la commissione norvegese-russa in materia di sicurezza nucleare tiene il suo incontro annuale a Murmansk, la capitale dello smaltimento delle scorie e dei ferrivecchi della guerra nucleare, e la situazione si andava facendo sempre più imbarazzante.
I norvegesi sono più che irritati: hanno sempre chiesto ai russi di informarli subito in caso di incidente, così come prevede un accordo tra i due Paesi che condividono una piccola frontiera terrestre ma da un immenso territorio marino nell'Artico. In pratica però i russi avvertono i norvegesi solo quando c'è una fuga radioattiva che interessa il territorio di frontiera terrestre.
Il cantiere in Aleksandrovsk si trova circa 120 km dal confine con la Norvegia , il primo settembre il Barents Observer si è rivolto alla  Nrpa, l'autorità norvegese che controlla le radiazioni per chiedere cosa fosse successo nel porto russo e quelli sono caduti dalle nuvole: era la prima volta che sentivano parlare dell'incendio nel pericoloso cantiere russo e di fuoriuscite radioattive.
Eppure nel 2004, al cantiere navale di Aleksandrovsk è stato commissionata la realizzazione di un impianto di trattamento dei rifiuti radioattivi finanziato con i dollari della Arctic military environmental cooperation (Amec) e con le corone del governo della Norvegia. Allora si disse che nel cantiere 10 c'erano già 600 metri cubi di rifiuti radioattivi solidi.

Fonte: Greenreport.it

lunedì 6 settembre 2010

...ecco come ti trivello il polo nord! + Video

Grosso modo ciò che la società inglese Cairn Energy ha pensato quando ha dato inizio alle trivellazioni nelle acque in prossimità della Groenlandia.
L'area del circolo polare artico secondo recenti (e non solo) studi e rilevazioni effettuate, risulterebbe ricchissima di oro nero: i dati ufficiali riportano che il 13% degli interi giacimenti petroliferi mondiali e il 30% del gas  si troverebbero proprio sotto i ghiacci artici.

Estrarre petrolio nelle aree artiche è una sfida contro la natura che ha pochi confronti, sia che avvenga in mare che sulla terraferma. Gli uomini addetti ai lavori, qualunque attività eseguano, devono fare fronte ai movimenti del pack, agli iceberg, alle temperature estremamente fredde, alle tempeste e alle condizioni estreme quando scende la notte artica che dura circa 6 mesi.


Appare chiaro il motivo per cui oltre alla Gran Bretagna, grandi Paesi come USA, Canada e Russia stanno effettuando importanti rilevazioni nel mare artico.
"Con questa spedizione vogliamo definire con precisione quali sono i confini geologici dei nostri territori, quelli cioè che il trattato internazionale dei mari permette di considerare propri e quindi di esplorarli e sfruttarli", ha spiegato Brian Edwards del Servizio Geologico americano. La Russia aveva preceduto tale spedizione con una propria nave e due anni fa aveva mandato fin sul fondo del Polo Nord un sommergibile dove piantò la propria bandiera.



Verrebbe da chiedersi se alla luce del disastro, da molti annunciato, della Deep Horizon, quali sono i reali rischi a cui ci si imbatte nel tentare trivellazioni in aree così remote, al limite estremo della terra.
Per questi motivi le compagnie petrolifere al momento stanno esplorando le aree marine più vicine alle coste e le più accessibili e, quando è possibile, cercano di costruire piccole isole artificiali da collegare alla terraferma così da trasformare un'esplorazione off-shore (in mare aperto) in una su terra. Quando non è possibile si costruiscono gigantesche strutture in acciaio che vengono ancorate sul fondo marino. La piattaforma russa Prirazlomnoye, ad esempio, quasi completamente costruita su un campo petrolifero dove si prevede la presenza di 610 milioni di barili e che si trova al nord della Russia, peserà 100.000 tonnellate e si trova su un mare profondo 20 metri. In questo caso sarà la sua gigantesca massa a proteggerla dal ghiaccio che la assedierà per otto mesi l'anno.

Quando bisognerà andare ancor più al largo le piattaforme saranno costantemente protette da rompighiaccio. La prima di queste sarà anch'essa russa e verrà costruita a 650 km dalle coste con un mare profondo 300 m e costantemente circondata dai ghiacci. Essa inizierà ad operare nel 2016.

Tutte le compagnie petrolifere insistono nel sostenere che le piattaforme saranno a prova di ogni evento estremo. Ma nonostante questo, molti gruppi ambientalisti fanno presente che il pericolo non viene solo dalle piattaforme ma anche dalle navi che dovranno fare la spola con esse per rifornirsi di olio. Il pack, gli iceberg e le tempeste renderanno inevitabili gli incidenti e in acque fredde una fuoriuscita di petrolio potrebbe creare danni realmente irreversibili all'ambiente. In quel mondo infatti, una fuoriuscita di greggio può essere contenuta solo in estate, ma le acque molto fredde rendono l'olio molto più stabile che non in quelle calde. Per la natura è assai più difficile eliminarlo e, come si è visto in Messico, l'uomo riesce a fare ben poco.

Fonte: Greenpeace, La Repubblica

Help the planet Go Beyond Oil

La fuoriuscita di petrolio dalla Deepwater Horizon ha gettato luce sulle conseguenze a lungo termine che la nostra dipendenza dal petrolio ha sulla natura e sul clima. Invece di inseguire le ultime gocce di "sporco" petrolio, dobbiamo dare una decisa accelerata alla nascita dell'era dell'energia pulita. Abbiamo solo un pianeta, e se dobbiamo proteggerlo tutti quanti - dalle comunità locali, ai business, ai Governi - dobbiamo impegnarci ed unirci per andare oltre l'era del petrolio





Fonte: Greenpeace