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Il blog fotovoltaico
ROMA - Umberto Veronesi lascia la guida dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. Il professore ha comunicato al governo la sua decisione con una lettera in cui, in sintesi, definisce l'organismo come "nato asfittico" e che "non ha mai preso forma", come lo stesso Veronesi ha spiegato a Il Sole 24 Ore. Veronesi si sarebbe stancato sia per la mancanza, ad oggi, del decreto formale di nomina sia per l'assenza di una sede e di strutture minime per partire. Inoltre, uno degli emendamenti alla manovra prevede la soppressione dell'Agenzia e il trasferimento dei compiti all'Authority per l'energia. "Avevo accettato - spiega Veronesi - solo perché confidavo in un progetto italiano di grande respiro. Così non me la sento. Non voglio certo occuparmi, nella migliore delle ipotesi, solo di scorie". Infine si augura che "il Paese possa rimanere almeno nei programmi di partecipazione alla sicurezza nucleare".
In Spagna oggi le fonti rinnovabili forniscono già il 40% dell’elettricità, in Danimarca superano il 28%, l’Italia è oltre il 23%, in Germania il Parlamento ha deciso di compensare la chiusura delle centrali nucleari con un aumento dell’energia fornita dal sole e dal vento.
Nel complesso dell’Europa è ipotizzabile che le rinnovabili arrivino fino al 68% nell’arco di vent’anni. Ma per andare oltre bisogna fare delle scelte.
Il vero punto debole del sistema delle smart grid sono carbone e nucleare perché hanno una produzione poco flessibile. Se la loro quota dovesse rimanere al livello attuale, in Europa si rischiano di perdere 32 miliardi l’anno di energia prodotta dal sole e dal vento: non potrebbe essere utilizzata.
Usando come stabilizzatori del sistema gas, geotermia, biomasse, cioè fonti flessibili, si può invece ottenere il massimo della convenienza economica in uno scenario di rinnovabili molto avanzato.