giovedì 27 ottobre 2011

A Blackfriars, in Inghilterra, il Ponte Fotovoltaico più grande al mondo


La nuova stazione Blackfriars - che si sta costruendo su un ponte che attraversa il Tamigi - è sulla buona strada per diventare il più grande ponte solare del mondo come Solarcentury inizia l'installazione di oltre 4.400 impianti solari fotovoltaici (PV) pannelli.



Il ponte vittoriano, costruito nel 1886, è il fondamento per la nuova stazione Blackfriars, che viene aggiornato da Network Rail per accogliere più passeggeri e un servizio ferroviario migliore. Un tetto nuovo, aggiunto alla struttura storica, includerà oltre 6.000 m² di pannelli fotovoltaici, creando il più grande pannello solare a Londra da metà del 2012.

Il Video
 
I pannelli solari produrranno circa 900.000 kWh di energia elettrica ogni anno, fornendo il 50% di energia della stazione e la riduzione delle emissioni di CO2 di circa 511 tonnellate all'anno. Oltre a pannelli solari, altre misure di risparmio energetico presso la nuova stazione comprenderà sistemi di raccolta piovana e tubi di sole per l'illuminazione naturale.

Solarcentury installazione del primo modulo

L'aggiornamento Blackfriars fa parte del programma Thameslink Network Rail, che vedrà più i treni che circolano sulla linea da Bedford a Brighton per Londra. Una volta completato l'aggiornamento, fino a 24 treni all'ora saranno in grado di eseguire sul tratto centrale di Londra del percorso, il che significa più posti per i pendolari.


martedì 18 ottobre 2011

Progetto Tritone, sorgerà davanti il Porto di Genova

A Genova la prima centrale galleggiante brucerà noccioline delle Barbados
La "fabbrica" di elettricità nascerà sul mare e farà parte di un progetto ambientale per rendere verde il porto. Tra pale eoliche disegnate da Renzo Piano, pannelli solari su tutti i magazzini e navi alimentate con "la spina". Con l'università si sta mettendo a punto un piano per sfruttare anche il moto ondoso

Una centrale elettrica "verde" e galleggiante, ancorata davanti al porto di Genova, che produce energia e recupera calore, bruciando semi di una pianta non commestibile, la Jatropha, coltivata proprio allo scopo di dare lavoro a chi più ne ha bisogno. Niente di simile, fino a oggi, era stato nemmeno immaginato in questo mix di industria, ambiente e solidarietà.

Ma il progetto che sta per decollare, e che rimanda niente meno che a Tritone, il figlio del dio del mare Poseidone, è tale da cambiare lo scenario energetico dei porti e delle città che vi si specchiano dentro. L'esperimento-pilota del "progetto Tritone", lanciato dal gruppo Europam, verrà realizzato a Genova, il principale porto italiano e il primo a dotarsi di un piano energetico che prevede il progressivo incremento delle fonti rinnovabili per muovere il lavoro di decine di migliaia di persone, in banchina e a terra.

Sulla diga foranea, ad esempio, verranno montate pale eoliche di nuova concezione, affidate alla matita dell'architetto Renzo Piano. Sui tetti di tutti i magazzini ci saranno pannelli solari. Le navi ferme in banchina potranno evitare di tenere i motori accesi e si alimenteranno con "la spina" dell'elettricità. E insieme all'università si sta mettendo a punto un progetto per recuperare energia anche dal moto ondoso.

Al centro del porto vecchio, però, ci sarà lui, Tritone, una centrale elettrica di nuova generazione, ancorata al fondo da solide cime di ferro e alimentata per produrre energia da un bio-combustile, il seme della Jatropha, conosciuta anche come la nocciolina delle Barbados, pianta velenosissima per l'uomo, ma molto resistente ai terreni aridi. Proprio la spremitura di questo seme si trasformerà in un olio combustile che diventerà il carburante per far lavorare Tritone.

L'impianto genovese si presenta come una sorta di "modulo" che potrà essere esportato in tutti gli altri scali italiani ed esteri, visto che occupa circa 3mila metri quadri di specchio acqueo contro i 50mila di un impianto terrestre convenzionale. Il lancio imminente del progetto svelerà anche la rete di relazioni industriali e commerciali collegate alla centrale elettrica. Se infatti per la costruzione di quella che è a tutti gli effetti una nave si dovrebbe puntare sul gruppo Gin, che unisce i cantieri genovesi Mariotti e San Giorgio, per il "carburante" si è già individuato il terminal portuale Saar, leader nel Mediterraneo per la commercializzazione di oli vegetali e grassi animali.

Tritone, infatti, dovrebbe ancorarsi di fronte alla Saar, così da essere approvvigionato con rapidità e costanza dell'olio prodotto dal seme della Jatropha. E proprio per disporre di quantità di "carburante" sufficiente, in una provincia del Brasile è stato messo a punto un progetto, a cui guarda con favore la fondazione Kepha, per garantire lavoro alla popolazione rurale minacciata dalla desertificazione del terreno attraverso una serie di moduli, ognuno di 25mila ettari e in grado di produrre 50mila tonnellate di semi l'anno.

mercoledì 5 ottobre 2011

I Love (Sicilia) Perù

Questa è una bella storia. La tipica storia che racconteremmo ai nostri nipoti. 


In passato vi avevo già parlato di Felice Cosentino, e di come il suo primo viaggio dalla piccola Caltagirone alla sconfinata Foresta Amazzonica Peruviana ha determinato un radicale cambiamento nel significato della sua vita. Erano gli anni '70, e Felice Cosentino aveva immediatamente compreso quanto quella terra sconosciuta, in realtà sembrava appartenergli da sempre. "Appena ho messo piede in Perù ho capito di appartenere a questi luoghi, e come se mi fossi ricongiunto alla mia vera essenza" Felice si racconta a Geraldine Pedrotti di  I Love Sicilia "Dopo una serie di viaggi tra Milano e Lima decisi che quello che volevo era vivere qui, tra queste foreste. Così nel 1986 feci armi e bagagli e iniziai la mia nuova vita dall'altra parte del mondo"

Da lì in poi per Felice è stato un susseguirsi di esperienze, non solo professionali, ma soprattutto umane, la scoperta di una cultura così lontana dalla nostra ma forse proprio per questo così vicina ad una dimensione umana in parte dimenticata. "Ho imparato il dialetto dei nativi e questo per loro è segno di grande rispetto: la gente non mi vede come un gringo, ma come parte della comunità"

Oggi Felice Cosentino è a tutti gli effetti cittadino, anzi, è il primo cittadino "Alcalde dell'Alto Nanay" un territorio vasto più di un milione di ettari che comprende oltre venti villaggi nel nord del Perù. Il grande senso di comunità e la sua particolare sensibilità per il rispetto dell'ambiente, fanno di Felice Cosentino il primo Sindaco non indios, a portare avanti una campagna di sensibilizzazione a favore delle fonti di energia rinnovabile, argomento che tratterò meglio nel prossimo articolo di prossima pubblicazione.

Per chi desiderasse leggere la versione integrale dell'intervista a Felice Cosentino, può scaricarla direttamente dal sito di I Love Sicilia

martedì 4 ottobre 2011

La barca più verde del mondo

Al salone nautico approda la barca eco-compatibile, può ospitare 4 persone e si guida con un joystick.