Succede in Russia dove all'interno del cantiere navale n°10 di
Aleksandrovsk nella penisola di Kola è esploso un incendio che ha coinvolto il terminal di arrivo dei fusti radioattivi destinati allo smaltimento.
Il livello di radiazione nell'area ha raggiunto i 40 micro Roentgen/ora, tre volte oltre il normale livello di fondo nella zona. Il livello di radiazioni ad Aleksandrovsk, il centro abitato più vicino all'area di smaltimento delle scorie nucleari, sarebbe rimasto immutato. Ma questo non tranquillizza certo Nils Bøhmer, un fisico nucleare della Bellona Foundation di Oslo, che si occupa da più di 20 anni delle problematiche della sicurezza nucleare nel nord-ovest della Russia: «Ci sono pericoli quando si verificano simili incendi e fughe radioattive».
L'area del cantiere navale 10 di Aleksandrovsk è tristemente famosa per i suoi livelli negativi record di sicurezza. Nel maggio scorso una nave per il trasporto di combustibile nucleare in via di demolizione è affondata direttamente in porto e l'informazione è arrivata all'opinione pubblica solo dopo una settimana, quando un blogger di Murmansk ha postato una foto della nave affondata.
I russi hanno dovuto probabilmente alla fine rendere noto che effettivamente l'incendio con una fuga radioattiva c'è stato perché proprio in questi giorni la commissione norvegese-russa in materia di sicurezza nucleare tiene il suo incontro annuale a Murmansk, la capitale dello smaltimento delle scorie e dei ferrivecchi della guerra nucleare, e la situazione si andava facendo sempre più imbarazzante.
I norvegesi sono più che irritati: hanno sempre chiesto ai russi di informarli subito in caso di incidente, così come prevede un accordo tra i due Paesi che condividono una piccola frontiera terrestre ma da un immenso territorio marino nell'Artico. In pratica però i russi avvertono i norvegesi solo quando c'è una fuga radioattiva che interessa il territorio di frontiera terrestre.
Il cantiere in Aleksandrovsk si trova circa 120 km dal confine con la Norvegia , il primo settembre il Barents Observer si è rivolto alla Nrpa, l'autorità norvegese che controlla le radiazioni per chiedere cosa fosse successo nel porto russo e quelli sono caduti dalle nuvole: era la prima volta che sentivano parlare dell'incendio nel pericoloso cantiere russo e di fuoriuscite radioattive.
Eppure nel 2004, al cantiere navale di Aleksandrovsk è stato commissionata la realizzazione di un impianto di trattamento dei rifiuti radioattivi finanziato con i dollari della Arctic military environmental cooperation (Amec) e con le corone del governo della Norvegia. Allora si disse che nel cantiere 10 c'erano già 600 metri cubi di rifiuti radioattivi solidi.
Fonte:
Greenreport.it