mercoledì 7 luglio 2010

Il respiro del pianeta ci aiuterà a capire il clima

Il bell'articolo apparso su  Repubblica Scienze  riporta uno studio condotto da Christian Beer e da Miguel Mahecha del Max Planck Insitute for Biogeochemistry di Jena in collaborazione con il centro di ricerche europeo di Ispra e le università di Milano Bicocca, Bolzano e la Tuscia di Viterbo. Il contributo italiano è stato fondamentale per determinare il rapporto tra la fotosintesi globale e la respirazione del mondo vegetale, in altre parole il modo con il quale il pianeta respira. Questo permetterà di migliorare enormemente i modelli tradizionali che legano le variazioni climatiche planetarie e il carbonio.

Christian Beer del Max Planck Insitute for Biogeochemistry di Jena (Germania) ha studiato quella che viene chiamata la "produzione lorda primaria" della Terra, che rappresenta la quantità totale di anidride carbonica che ogni anno le piante respirano attraverso la fotosintesi. La ricerca ha portato alla conclusione che le piante inalano annualmente circa 123 miliardi di tonnellate di tale gas-serra. L'assorbimento di anidride carbonica è senza dubbio più pronunciato nelle foreste tropicali del pianeta, le quali sono responsabili della sottrazione di ben il 34% del gas presente nell'atmosfera. Le savane sottraggono invece il 26% dell'anidride carbonica, nonostante esse occupino una superficie del pianeta che è circa il doppio rispetto alle foreste tropicali.
Miguel Mahecha, dello stesso Istituto tedesco, ha risolto poi un'altra questione cruciale: come la temperatura agisce sulla quantità di anidride carbonica che viene nuovamente immessa nell'atmosfera dalle piante con la respirazione. Lo studioso ha scoperto che le variazioni della temperatura a breve termine sulla respirazione delle piante sono simili in tutto il pianeta e che il rapporto tra la temperatura dell'aria a livello globale e la presenza di anidride carbonica che trattiene il calore prodotto dalla combustione di combustibili fossili è stato sopravvalutato da molte ricerche e deve essere rivalutato. La sensibilità dei diversi ecosistemi suggerisce infatti una meno pronunciata relazione a breve termine tra clima e carbonio immesso nell'atmosfera. La ricerca sostiene che oltre alla temperatura vi sono altri elementi che influenzano i rapporti con il clima, come le trasformazioni del carbonio nel suolo e la disponibilità di acqua. 
 Fonte dell'articolo: Repubblica Scienze

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