giovedì 15 aprile 2010

Incaglia anche tu una nave nella barriera corallina















SYDNEY- La polizia australiana ha arrestato il capitano e un ufficiale della Sheng Neng 1, la nave cargo arenatasi lo scorso 3 Aprile al largo della Grande Barriera Corallina australiana.
I due rischiano 3 anni di carcere e diverse migliaia di dolarri di multa.
Finora la perdita in mare è stata contenuta, ma secondo le autorità australiane, che hanno lanciato l'allarme, la nave potrebbe spezzarsi. In questo caso il fragile ecosistema della zona rischierebbe la devastazione. La nave, lunga 230 metri, trasporta 65mila tonnellate di carbone caricate nel porto di Gladstone e ha a bordo 950 tonnellate di petrolio.
La nave è stata portata a galla e disincagliata nei giorni scorsi, approfittando della buone condizioni meteo, evitando così che potesse spezzarsi in due tronconi e successivamente messa in sicurezza nelle acque del porto di Great Keppel Island dove è costantemente monitorata da un elicottero sorvola la zona.
Ingenti i danni riportati dall’ecosistema della riserva marina di Rockhampton, patrimonio dell’Unesco. La vernice distaccatasi dalla chiglia è altamente tossica e sta uccidendo i coralli. Stando alle prime stime, ci vorranno circa vent’anni perché il danno possa risanarsi.


Dura la posizione di Anthony Albanese, Ministro dei Trasporti australiano che, promettendo il massimo rigore nell’applicazione della legge, ha accusato la Shen Neng 1 di aver voluto prendere una scorciatoia transitando in una zona non autorizzata.
Posizione supportata dalle indagini della Polizia Federale Australiana che ha individuato la causa dell’incidente nell’aver mancato il punto di virata previsto eludendo la rotta stabilita. Immediata la smentita della società armatrice proprietaria dell’imbarcazione, la Shenzen Energy Transport Co. Ltd., che si è scusata nei giorni scorsi per l’accaduto. Per gli esperti di diritto marittimo, tuttavia, non sarebbero solo i due componenti dell’equipaggio a rischiare ma anche la società armatrice stessa con una multa che si aggirerebbe intorno ai 16 milioni di Euro. Intanto, secondo quanto riportato nelle ultime ore dall’Herald Sun, una piccola chiazza oleosa è apparsa a 18 chilometri circa dal luogo del disastro.

La Shen Neng I si è arenata su una secca a largo della città di Rockhampton, sulla costa orientale del Queensland, 70 chilometri a est della Freat Keppel Island, dopo essere andata alla deriva per una quindicina di chilometri. Il cargo è "completamente danneggiato", ha dichiarato il direttore generale della sicurezza marittima, e rischia di "spezzarsi in molti pezzi".

"La situazione è seria perché la nave è in condizioni pessime. C'è la concreta possibilità che possa spezzarsi - ha dichiarato la premier del Queensland, Anna Bligh - Stiamo facendo ogni sforzo possibile per limitare l'impatto di questo incidente". L'incidente è avvenuto nella zona sud del parco marino della Grande barriera corallina e le autorità indagano per capire per quale motivo la nave è andata così alla deriva.

La Grande barriera corallina australiana è uno degli ecosistemi a maggior rischio del pianeta. Da tempo i gruppi ambientalisti chiedono che per navigare nella zona sia obbligatorio l'uso di un pilota che conosca alla perfezione le secche affioranti come quella in cui si è incagliato il cargo cinese. "Se il carico finisse in mare, l'ecosistema locale sarebbe devastato" ha detto Ian Herbert, vicepresidente del Consiglio per la conservazione della natura, specificando che "alcune specie coralline che circondano le isole di quell'area sono molto particolari". Una portavoce dell'Agenzia australiana per la sicurezza marittima ha affermato che una società specializzata per i recuperi in mare, la Svitzer, è già stata contattata dagli armatori cinesi della Sheng Neng I.
Il Parco nazionale della Grande barriera corallina si estende lungo un arco di poco più di duemila chilometri al largo della costa nord-orientale dell'Australia ed è tra le aree marine protette più grandi del pianeta. E' incluso nella lista dell'Unesco del patrimonio mondiale e contiene più di 200mila chilometri quadrati di habitat di piattaforma continentale poco profonda. Essendo uno dei maggiori rifugi universali di natura incontaminata, è uno dei punti di forza dell'industria turistica australiana. Ma è anche uno dei più fragili ecosistemi al mondo, già messo in pericolo nel gennaio 2006 da una nave da carico coreana che disperse 25 mila litri di carburante pesante nelle acque del Queensland.

Fonte: La Repubblica, Dazebao

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