giovedì 12 agosto 2010

Russia, Greenpeace: Bruciano i boschi radioattivi di Chernobyl

L’associazione ambientalista avverte sui rischi dell’estendersi delle fiamme: “Non è ancora noto l’effetto combinato di piccole dosi di materiale radioattivo con la tossicità del monossido di carbonio”.

Gli incendi che affliggono la Russia sono arrivati a colpire le foreste che soffrono un alto grado di contaminazione radioattiva a seguito dell’incidente nucleare di Chernobyl del 1986. L’allarme è stato lanciato in una nota dalla sezione russa del movimento ambientalista Greenpeace, seondo quanto risporta l’agenzia Interfax.

ZONE ALTAMENTE CONTAMINATE – “Oggi Greanpeace ha pubblicato una mappa da cui si evince che che sono iniziati gli incendi nelle foreste contaminate. La mappa – prosegue il comunicato - basata su informazioni del 9 agosto, mostra chiaramente che vi sono più di 20 incendi in corso nei territori contaminati, inclusi tre incendi nelle foreste altamente contaminate nella regione Bryansk“. Con riferimento specifico a quest’area, il ministero russo per le Situazioni d’emergenza annunciava lo scorso lunedì che “le città più colpite dall’incidente di Chernobyl mostrano un normale livello di radiazioni“.

EFFETTI IGNOTI – Per formulare la mappatura presentata, Greenpeace ha incrociato i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica e quelli del Sistema per la gestione delle risorse sulle informazioni degli incendi, quest’ultimi basati su rilevamenti fotografici spaziali. ”Un aumento del livello di radiazioni non provocherà un’altra emissione radioattiva a livello di Chernobyl“, rassicurano gli ambientalisti. “Ciononostante, non dovrebbe essere sottostimato il ruolo di piccole dosi di radiazioni poiché non è ancora noto l’effetto combinato di piccole dosi di materiale radioattivo con la tossicità del monossido di carbonio e di altri prodotti di combustioni nelle foreste e nelle torbiere” ha allertato Vladimir Chuprov, capo del programma energetico di Greenpeace Russia.

INADEGUATEZZA DEL GOVERNO – La quale, per voce del suo rappresentante, Sergei Tsyplakov, ha puntato il dito contro l’inadeguatezza del governo e della legislazione russa di fronte alla catastrofe incendiaria che si è abbattuta sul Paese. “Negli ultimi 1000 anni non abbiamo mai assistito ad un tale caos dell’amministrazione pubblica nel settore forestale e deve essere detto che la prima causa di tutto ciò è l’orribile legislazione forestale“, sostiene Tsyplakov nella nota. “Il più grande errore che possiamo compiere è dare la colpa di tutto alle anormali condizioni del tempo” valuta, inoltre, il militante Greenpeace.

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